Ave Maria: Significato e storia

Ave Maria è una delle preghiere più conosciute dedicata alla Madre di Dio, ecco la storia e il significato di quest'invocazione

L’Ave Maria è una delle preghiere più amate nella Chiesa cattolica e ha una significato e una storia molto precisi che vale la pena approfondire, dato che viene recitata non solo al mattino e alla sera, ma anche come preghiera centrale del Rosario.

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.

Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.

Amen.

Ave Maria: significato e storia di una preghiera famosa e popolarissima

Quest’invocazione è costituita da due parti: la prima esprime la lode alla Vergine e Madre di Dio, la seconda ne richiede l’intercessione in soccorso dell’umanità limitata e peccatrice.

La liturgia della prima parte della preghiera affonda ufficialmente le sue radici già del IV secolo d.C. ed è attestata da un papiro che lo studioso inglese James Rendel Harris (1852-1941) ha scoperto in Egitto nel 1917 con la versione più primitiva dell’invocazione a Maria.

Il documento prende il nome di Papyrus Rylands 470, è tutt’ora conservato nella la John Rylands University Library di Manchester e, secondo gli studiosi, contiene proprio la redazione iniziale della preghiera che, partendo dall’Egitto, si è diffusa con le formule successive, sia nella chiesa cristiana orientale, sia in quella occidentale: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Le attestazioni storiche sulla seconda parte dell’Ave Maria

La seconda parte della preghiera riprende il concetto chiave di Madre di Dio, si concentra sulla Sua potente intercessione in favore dell’umanità e la prima formulazione completa si trova nel libro di preghiere del beato Antonio da Stroncone (1368-1461) che era un francescano umbro. Il testo è conservato nella chiesa di San Damiano in Assisi, ma non è l’unica testimonianza ufficiale.

In effetti, il catechismo elaborato dal Concilio di Trento conferma che questa parte è stata composta dalla Chiesa stessa e conferma il principio teologico e il culto di Maria Madre di Dio, mentre papa Pio V (1504-1572) ha introdotto questa preghiera come antifona nel breviario romano in occasione della festa dell’Annunciazione del 1568.

Il significato dell’Ave Maria

Secondo alcuni movimenti protestanti, la preghiera sarebbe quindi un’invenzione cattolica ma, in realtà, la Chiesa ha seguito un orientamento teologico, nella codifica della preghiera, ricalcando le citazioni delle Sacre Scritture con il vero significato delle parole che compongono l’orazione come oggi la conosciamo.

Ave

E’ la lode iniziale che ha un chiaro riferimento alle parole usate dall’arcangelo Gabriele, quando ha rivolto il saluto a Maria e le ha annunciato che sarebbe diventata Madre di Gesù:  “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Luca 1, 28). Ave in latino ha quindi un significato più profondo del nostro buongiorno, perché è un invito a gioire, una formula di augurio che precede un grande annuncio.

Maria, piena di grazia

Gli studiosi attribuiscono al nome “Maria” almeno  due radici diverse: una egizia “Myr” che vuol dire “amata”, l’altra ebraica “yam” che è l’abbreviazione di Iahvè. “Miryàm”, cioè Maria, significa quindi l’amata di Iahvè, la prediletta di Dio ed è piena di grazia, come conferma l’arcangelo Gabriele, perché prescelta fra tutte le donne per una missione altissima di Redenzione dell’umanità, generando il Messia.

Il Signore è con te

Questo passaggio della preghiera indica che Dio ha posto la sua alleanza con gli uomini attraverso Maria, la nuova Arca, come la definiscono i teologi, perché tramite Lei lo Spirito santo opera per la salvezza dell’umanità rendendo possibile l’arrivo del Messia.

Tu sei benedetta fra le donne

Anche in questo caso, interviene l’aiuto del Vangelo dato che proprio Elisabetta, cugina di Maria, la definisce “benedetta fra le donne… appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo (Luca 1, 42-44). Maria è quindi benedetta da Dio in modo speciale rispetto a qualsiasi altra creatura umana, dato che è Vergine e quindi priva di peccato originale, in vista del suo ruolo di Madre di Gesù.

Il teologo e sacerdote cattolico Raymond Edward Brown (1928-1998) ha osservato che: “Dopo la frase il Signore è con te, i Codici Alessandrino, Bezae e molte delle versioni, incluso il latino, aggiungono Benedetta sei tra le donne e questo è quasi certamente un prestito dal versetto 1:42, ma ha influenzato tutta la preghiera“.

E benedetto il frutto del tuo seno Gesù

Sotto il profilo teologico, Maria Vergine e benedetta da Dio non può che generare un frutto altrettanto ricolmo di benedizione divina che è Gesù, vero Dio e vero uomo, e l’Arcangelo Gabriele ne offre ulteriore conferma durante l’annuncio, riferendosi proprio al Messia: “Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo” (Luca 1, 32).

Santa Maria

La seconda parte della preghiera, composta dalla Chiesa in epoca successiva, mantiene comunque un legame indissolubile con le Sacre Scritture e si apre con la proclamazione della santità di Maria perché Santo è ciò che entra in relazione con Dio, lo imita e partecipa della Sua santità. La Vergine, adempiendo alla volontà divina incondizionatamente, raggiunge la piena santificazione e diventa modello di virtù per l’umanità intera.

Madre di Dio

Ancora una volta il Vangelo indica che Elisabetta si rivolge a Maria ispirata dallo Spirito santo: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Luca 1, 43), quindi Maria è Madre di Dio perché attraverso Lei si compie il mistero dell’incarnazione di Gesù che, di conseguenza, unisce alla natura divina anche quella umana.

Per questo fondamentale principio teologico, i padri conciliari hanno riconosciuto a Maria questo ruolo unico nella storia dell’umanità sia a Efeso nel 431, sia a Calcedonia nel 451 e il Concilio Vaticano II ha confermato che Maria è Madre di Dio:

Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, [Maria] è insignita del sommo ufficio e della eccelsa dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo. Per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le creature, celesti e terrestri” (Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, 53, pp. 164-65).

Prega per noi peccatori

E’ il passaggio fondamentale per gli esseri umani che rivolgono a Maria una preghiera d’intercessione presso la Santissima Trinità, riconoscendo i loro limiti e il Suo ruolo di mediatrice di tutte le grazie tra gli uomini e Dio.

Inoltre, Maria è madre di ognuno di noi, proprio come il Messia aveva stabilito sulla Croce: “Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua!” (Giovanni 19, 26-27).

Adesso e nell’ora della nostra morte

Con questa conclusione, l’umanità riconosce il ruolo d’intercessione di Maria, sia nel momento presente, sia in quello supremo, che stabilisce il passaggio dall’esistenza terrena alla vita eterna e occorre quindi ridare al presente la sua giusta dimensione, vivendolo sul modello della fiducia di Maria in modo intenso e operoso, e alimentandolo con la memoria del passato e l’attesa fiduciosa del futuro.

Anche il momento temuto della morte si affronta guardando Gesù, che non ha evitato la prova suprema, ma è poi risorto perché la morte è il passaggio alla vita eterna e Maria ci offre il sostegno materno e la certezza di continuare a intercedere presso Dio, fino alla fine dell’esistenza umana.

L’Ave Maria nella recita del Rosario

Questa preghiera è centrale durante la recita del Rosario perché riporta in sintesi tutta la storia della salvezza cristiana meditando i misteri della vita di Gesù e Maria. Non a caso, il 7 ottobre si festeggia la Beata Maria Vergine del Rosario che Pio V aveva modificato in Santa Maria della Vittoria, in occasione della sconfitta turca contro la flotta cristiana a Lepanto nel 1571.

Il termine rosario significa “corona di rose” che si realizza recitando cinquanta Ave Maria, ognuna delle quali rappresenta una rosa simbolica, mentre tutte insieme permettono di offrire alla Madonna un’intera corona.

Maria indica il Rosario come strumento di salvezza

Le apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa a partire da Lourdes e Fatima, hanno la caratteristica in comune dell’invito di Maria a recitare il Rosario come protezione da ogni male per ottenere grazie e la pace in Dio.

Suor Lucia di Fatima, che era una dei veggenti durante le apparizioni del 1917, ha spiegato quanto segue: “Per il potere che il Padre ha dato, in questi ultimi tempi, al Rosario, non c’è problema personale, né familiare, né nazionale, né internazionale, che non si possa risolvere con il Rosario“.

Ma, già in precedenza, il presbitero francese San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) aveva promosso con convinzione la devozione al Rosario perché: “con le sue Ave Maria compie più miracoli di ogni altra preghiera“.

La potenza teologica di quest’invocazione

A livello teologico, questa preghiera è estremamente potente perché Maria è colmata dalla grazia dello Spirito Santo, ed è mediatrice tra l’umanità e Dio che è sempre al Suo fianco per operare la nostra redenzione.

Maria ci protegge da Satana, e da ogni male, ogni volta che pratichiamo l’iperdulia, vale a dire il culto rivolto alla Madre di Gesù, che si differenzia da quello di “dulia”, teologicamente di livello inferiore, e rivolto a tutti gli altri santi.

L’Ave Maria usa solo verbi al presente per indicare che la Madre di Dio ha acquistato meriti speciali una volta per sempre, senza aver mai peccato e conservando la fede e l’obbedienza a Dio. Gesù, infatti,  non ha mai perso il sostegno di Maria durante la sua esistenza terrena, perché è rimasta fedele al suo ruolo anche durante la Passione, restando sotto la croce fino alla fine.

Ecco perché questa preghiera invita a rivolgersi con altrettanta fiducia alla Madre di Dio, che è anche nostra, considerandola punto di riferimento e ancora di salvezza anche nei momenti più bui della vita umana.

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