L’apocrifo di Giovanni

L'apocrifo di Giovanni non è un testo riconosciuto dalla Chiesa fra quelli canonici per la sua chiara influenza gnostica, molto diffusa nei primi secoli del cristianesimo

San Giovanni apostolo è autore di un Vangelo e dell’Apocalisse che concludono la rivelazione cristiana, mentre Il testo antico noto come l’apocrifo di Giovanni non è riconosciuto dalla Chiesa e non rientra nelle Sacre Scritture, perché si tratta di un’opera gnostica.

La genesi dell’apocrifo gnostico giovanneo

L’apocrifo di Giovanni è conosciuto anche come Libro di Giovanni Evangelista, libro segreto di Giovanni o rivelazione segreta di Giovanni e in linea con la concezione gnostica, una corrente filosofica e spirituale, legata anche ad antiche religioni esoteriche e iniziatiche, che sosteneva il concetto di salvezza dell’anima, attraverso una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi), derivante da esperienza e ricerca personale della verità.

La caratteristica che ispira lo gnosticismo è il rapporto diretto con Dio che trasmette dei segreti esclusivamente a pochi eletti che sono appunto gli iniziati. Non si tratta quindi di una rivelazione universale che è invece l’essenza dei testi canonici e ortodossi, cioè conformi pienamente alle verità dogmatiche di fede e di sicura attribuzione agli apostoli.

Questo testo apocrifo è stato composto in greco entro il 185 d.C. L’opera era stata citata da sant’Ireneo di Lione, vescovo e teologo romano, padre della Chiesa vissuto tra il 130 e il 202. Tuttavia, era ritenuto scomparso, fino al ritrovamento di tre versioni diverse in lingua copta tra i codici di Nag Hammadi, rinvenuti in Egitto nel dicembre 1945, e comprendenti testi gnostici cristiani e pagani.

Il contenuto dell’apocrifo

Il testo contiene tutti gli elementi classici dello gnosticismo e si svolge sulla figura centrale di Giovanni che precipita in una crisi profonda, dopo aver appreso da un notabile ebreo ortodosso, che Gesù è un falso maestro, avendo distolto i discepoli dall’osservanza della tradizione ebraica.  In un luogo deserto, il Messia gli appare e gli impartisce nuovi insegnamenti segreti, essenza della verità riservata a pochi, in modo che Giovanni non dubiti più del suo Rabbì.

Gli ulteriori elementi della dottrina gnostica, emergenti nel testo, sono la tripartizione degli uomini in terreni, psichici e spirituali, quindi solo i più elevati giungono alla vera conoscenza attraverso riti iniziatici.

Altro elemento è il Demiurgo, una divinità limitata alla creazione del mondo materiale, dal quale si deve fuggire per abbracciare quello spirituale voluto dal vero Dio, associato all’anima e alla perfezione, al di fuori del tempo e dello spazio.

Non mancano il riferimento agli eoni,cioè le emanazioni creatrici di Dio, la contrapposizione luce/oscurità e la divinità intrappolata nell’uomo mortale che, legato alla soddisfazione delle esigenze materiale e dei piaceri, impedisce l’ascesa al regno spirituale.

Gli approfondimenti di Francesco Berno

Francesco Berno, studioso di storia del cristianesimo, è l’autore del libro “l’Apocrifo di Giovanni” e ha focalizzato, nel corso di un’intervista, i punti chiave del testo gnostico, evidenziando che tutto si basa sulla percezione dell’intimità abissale tra Dio e una porzione elette dell’umanità.

Persino il legame divino tra Padre e Figlio è esteso a un numero limitato e segreto di uomini che possono accedere a questa forma superiore di conoscenza spirituale, essendo “figli carnali di Dio e gemelli di Cristo”. Questi iniziati sono “membra disperse della divinità nel mondo visibile e delle potenze che lo dominano”. Si tratta quindi di un luogo estraneo e apertamente ostile alla salvezza, secondo la più tipica concezione gnostica. Berno precisa che l’Apocrifo di Giovanni è la versione più autorevole e compiuta di questo pensiero, interamente incentrato sul distacco degli eletti dalla materia, per attingere la conoscenza direttamente dallo spirito di Dio senza ulteriori mediazioni.

I temi dell’Apocrifo in contrasto con l’insegnamento canonico della Chiesa

Il testo pone in evidenza lo scontro tra il vero Dio e il Demiurgo, che sono diversi e conflittuali in tutto, e stravolge completamente la Genesi, testo fondativo e punto di riferimento fondamentale della tradizione giudaico-cristiana. Il dio malevolo, ignorante e geloso, punta a offuscare la parentela che lega direttamente gli eletti al Dio sommo, perché il vero Padre mette in discussione il predominio demiurgico sulla sua creazione: la sfera materiale.

Tuttavia, non si tratta di un conflitto per il controllo del mondo terreno, perché Dio padre, secondo gli gnostici, non è il dio creatore, dato che il mondo terreno è opera del Demiurgo, bensì e Colui che salva e opera solo sullo Spirito, non sul corpo.

Il testo spezza completamente il legame tra il Dio del Vecchio Testamento e quello del Nuovo al solo scopo di smascherare l’azione nefasta della divinità inferiore (il Demiurgo) rispetto al Padre sommo. Di conseguenza, li separa nettamente nei rispettivi ruoli di perdizione e di salvezza, in nome della conoscenza superiore.

Le conclusioni di Berno

Secondo Berno, l’apocrifo di Giovanni è un testo centrale dello gnosticismo che ha goduto di grande apprezzamento in epoca antica, era conosciuto anche dai Padri della Chiesa, anche se contrari a questa dottrina. L’opera è stata oggetto di studio, traduzione, copia, lettura e interpretazioni diverse, dato che è stato modificato per secoli. Tuttavia, averlo ritrovato solo alla fine della seconda guerra mondiale, dopo un millennio e mezzo di interramento sotto le sabbie in Egitto, fa ritenere che il controllo ecclesiastico fosse sempre più capillare, ostacolando la circolazione di idee decisamente eterodosse.

San Giovanni per i cattolici rimane tutt’ora una delle colonne portanti del cattolicesimo, ma riguardo il Vangelo e l’Apocalisse, testi canonici e parte integrante della rivelazione ufficiale del messaggio di Cristo, che la Chiesa legge e commenta, durante le celebrazioni nel corso dell’anno liturgico.

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