I Miracoli di San Gennaro

San Gennaro, patrono di Napoli, vita e miracoli del vescovo e martire partenopeo

San Gennaro, vescovo e martire è famoso per i suoi miracoli, ha travalicato i confini di Napoli e della Campania ed è diventato una figura di richiamo internazionale per i credenti che possono assistere tre volte l’anno al miracolo della liquefazione del suo sangue contenuto in un’ampolla.

La storia di San Gennaro riportata dalle fonti

San Gennaro è un santo che ha attraversato una fase molto turbolenta nella storia dei primi secoli della Chiesa ed è morto martire sotto l’imperatore Diocleziano (243-313 d.C.), uno dei più attivi nelle persecuzioni contro i cristiani.

Nonostante le polemiche sorte a partire dagli anni 60, in pieno concilio Vaticano II, in cui si è messa in discussione addirittura l’esistenza del santo, le fonti che lo citano sono in realtà numerose:

  • “Acta Bononiensia” (Atti Bolognesi), risalenti al VI secolo d.C. e che coprono un il periodo fino al IX secolo d.C.
  • Atti Vaticani (VIII-XI secolo d.C.)
  • Calendario Cartaginese del 505 d.C.), 
  • Martirologio Geronimiano (V secolo d.C.)
  • Menologio di Basilio II, imperatore bizantino, scritto nel 985 d.C.

Trattandosi di un santo e vescovo dei primi secoli della Chiesa, i dati sulla sua vita sono frammentari e quindi non è chiaro se sia nato in una famiglia agiata o se fosse di estrazioni molto più umile. In ogni caso, le fonti a disposizione concordano sul periodo della sua nascita e la collocano al 21 aprile del 272 d.C., ma ci sono meno certezze sulla sua città natale. Sembra infatti che sia nato a Napoli o, più probabilmente, a Benevento dove avrebbe cominciato a svolgere la sua vita religiosa fino alla sua consacrazione a vescovo.

Il suo carisma è stato probabilmente anche la causa della sua prematura morte avvenuta nel 305 d.C. Gennaro, secondo i racconti che ci sono pervenuti, non era infatti disposto a compromessi con l’autorità romana nella difesa del cristianesimo ed era molto apprezzato sia dalla comunità dei fedeli, sia da molti pagani per la sua rettitudine.

La morte di San Gennaro

Le fonti documentali confermano che Gennaro non temeva di affrontare neppure le persecuzioni e, non a caso, il suo viaggio a Pozzuoli per visitare il diacono Sossio che era stato imprigionato da Dragonio, proconsole di Diocleziano, gli è stato fatale.

Sossio aveva pagato il prezzo di aver guidato con molta decisione la comunità cristiana dei Campi Flegrei, in linea con l’insegnamento evangelico, mentre i funzionari di Diocleziano pretendevano sottomissione totale all’imperatore e sacrifici alle divinità pagane che i cristiani non potevano praticare, essendo monoteisti.

Il tentativo del vescovo Gennaro di fare visita al suo diacono gli aveva procurato l’arresto, insieme con altri due cristiani, Desiderio e Festo, l’incarcerazione con Sossio e la condanna ad essere sbranati dai leoni o dagli orsi durante i giochi che riecheggiavano quelli del Colosseo di Roma. La notizia ha però scatenato le proteste della popolazione e Dragonio, preoccupato per i rischi di ordine pubblico, ha rotto gli indugi con un’esecuzione più sbrigativa, facendoli decapitare presso la solfatara di Pozzuoli il 19 settembre 305 d.C.

Reliquie e canonizzazione

Secondo fonti storiche risalenti al XV secolo, il culto di questo martire è profondamente legato a quelle delle sue reliquie che risalirebbe al V secolo d.C. quando una donna di nome Eusebia ha consegnato al vescovo due piccole ampolle con il sangue rappreso di Gennaro che si sarebbe liquefatto miracolosamente per la prima volta, facendo diffondere velocemente il culto a lui dedicato.

La fama di santo e protettore si è poi consolidata quando il clero partenopeo aveva iniziato a invocarlo per placare le eruzioni del Vesuvio e proteggere la popolazione dalle pestilenze. Il vescovo Stefano I ha infatti implorato l’intercessione di Gennaro nell’eruzione del 512 e ha poi avviato la costruzione di una chiesa sulle cui fondamenta è sorto il duomo di Napoli. 

Nella cripta di quella chiesa si conservavano le ampolle e il cranio del vescovo Gennaro che si sono salvate dal saccheggio longobardo dell’831, mentre le altre ossa sono state trafugate e portate prima a Benevento e poi al santuario di Montevergine nel 1154, in epoca normanna. Nel 1305, a mille anni dalla morte, Carlo II d’Angiò ha invece fatto costruire il busto d’argento che contiene il cranio del santo e le ossa, ritrovate nel 1492, sono state successivamente traslate a Napoli con il cranio e le ampolle. 

La tomba del vescovo e martire Gennaro è diventata punto di riferimento per i pellegrinaggi, specie dopo la sua canonizzazione da parte di Papa Sisto V nel 1586, mentre la festa a lui dedicata come patrono della città si svolge a dicembre e ricorda un’altra importante intercessione di San Gennaro per fermare la lava del Vesuvio che stava per travolgere Napoli durante l’eruzione del 1631.

I miracoli della liquefazione

Il famoso miracolo della liquefazione del suo sangue nell’ampolla avviene tre volte l’anno, quindi si può parlare effettivamente di più miracoli di San Gennaro che si ripetono in precise occasioni:

  • Durante la processione il primo sabato del mese di maggio
  • Il 19 settembre, anniversario della morte
  • Il 16 dicembre durante la festa del patrocinio del santo.

Le ampolle che contengono il sangue di San Gennaro sono due, ma la seconda ne contiene solo poche tracce, mentre la prima è piena per metà in formato solido e, durante l’invocazione, si liquefa riempiendo il contenitore completamente.

Alcuni scienziati affermano che non si tratterebbe di un miracolo, ma di un fenomeno chiamato tissotropia che permette alle sostanze solide di passare allo stato liquido quando si scuotono. Secondo quest’interpretazione, l’ampolla conterrebbe soprattutto molisite che è un minerale dell’area vesuviana ed è certamente tissotropico.

Tuttavia, questa versione non convince i credenti perché non tiene conto che, in vari casi, il miracolo non è avvenuto e il diario dei Canonici del Duomo di Napoli elenca tutte le volte che il sangue non si è sciolto, oppure era già liquefatto all’apertura della teca. Inoltre, secondo alcune analisi spettroscopiche, le ampolle conservate nel duomo di Napoli contengono emoglobina umana.

Il culto di San Gennaro in altri Paesi

L’emigrazione di molti napoletani ha diffuso il culto di San Gennaro nel mondo e, nel cuore di Little Italy, si svolge una processione il 19 settembre di ogni anno che si ripete dal 1926, richiamando italoamericani da tutti gli Stati Uniti. 

Tuttavia, il santo è venerato anche in Europa, ad esempio a Reichenau che è al confine tra Austria e Svizzera sul lago di Costanza. In questa città alcuni ritengono infatti che siano custoditi, o almeno siano transitati, alcuni resti del vescovo partenopeo. Inoltre, i residenti di origine italiana che sono devoti di San Gennaro ne alimentano il culto anche in Germania e fedeli da tutto il mondo continuano a visitare il duomo di Napoli per assistere al miracolo della liquefazione del sangue.

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